Negli ultimi anni, il trattamento del carcinoma del retto ha subito un’evoluzione significativa verso strategie di preservazione dell’organo. Lo studio prospettico ReSARCh, condotto in 16 centri in Italia e guidato dal gruppo del Prof. Pucciarelli e la Prof.ssa Spolverato, ha gettato nuova luce sul potenziale degli approcci di risparmio del retto per i pazienti con carcinoma del retto localmente avanzato. Ecco uno sguardo ai principali risultati e alle loro implicazioni per il futuro dell’oncologia.
Un cambiamento di paradigma nella gestione del carcinoma del retto
Tradizionalmente, il trattamento del carcinoma del retto si è basato prevalentemente sull’intervento chirurgico, spesso con la rimozione del retto e il confezionamento di stomie, con un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti. Tuttavia, per i pazienti che rispondono eccezionalmente bene alla terapia neoadiuvante (chemioterapia e/o radioterapia preoperatoria), lo studio evidenzia alternative promettenti: l’approccio “watch-and-wait” (WW), in cui il paziente viene sottoposto a sorveglianza endoscopica senza eseguire l’intervento chirurgico di asportazione del retto, e l’escissione locale (LE).
Entrambe le strategie mirano a preservare il retto mantenendo la sicurezza oncologica e riducendo il peso fisico e psicologico della chirurgia invasiva.
Risultati principali dello studio ReSARCh
Lo studio ReSARCh ha incluso 178 pazienti con adenocarcinoma del retto di stadio II o III localmente avanzato che hanno ottenuto una risposta clinica completa o quasi completa dopo il trattamento neoadiuvante. Ecco i principali risultati:
Elevati tassi di preservazione del retto
Durante un follow-up mediano di 36 mesi, la preservazione del retto è stata raggiunta nell’81% dei pazienti.
Statistiche di sopravvivenza incoraggianti
- Sopravvivenza globale (OS): 97,6% a tre anni.
- Sopravvivenza libera da malattia (DFS): 90% a tre anni.
Questi risultati dimostrano che le strategie di risparmio del retto non compromettono la sopravvivenza rispetto alla tradizionale escissione totale del mesoretto (TME).
Bassi tassi di recidiva e stomia permanente
- La ricrescita locale si è verificata nel 27% dei pazienti del gruppo WW, ma la maggior parte dei casi è stata gestita con interventi di salvataggio.
- Solo il 10% dei pazienti ha richiesto una stomia permanente.
Bilanciare rischi e benefici
Sebbene i risultati siano promettenti, gli approcci di risparmio del retto presentano alcune sfide. Ad esempio:
- Il rischio di recidiva locale nei pazienti WW richiede protocolli di follow-up rigorosi.
- L’escissione locale (LE) offre una verifica istologica della risposta tumorale, ma può richiedere interventi chirurgici completi in caso di caratteristiche ad alto rischio.
È fondamentale quindi che i pazienti vengano trattati e seguiti in centri altamente specializzati.
Cosa significano questi risultati per pazienti e medici
Questi risultati supportano l’integrazione delle strategie di risparmio del retto nella pratica clinica standard per pazienti selezionati. Questo approccio si allinea con una tendenza più ampia in oncologia verso la medicina personalizzata, che considera la qualità di vita del paziente insieme agli esiti clinici..
Uno sguardo al futuro
Lo studio ReSARCh rappresenta un passo significativo verso la preservazione dell’organo nel trattamento del carcinoma del retto. Con ulteriori ricerche, inclusi follow-up a lungo termine e analisi della qualità di vita, queste strategie potrebbero ridefinire gli standard di cura, offrendo speranza e una qualità di vita migliore a numerosi pazienti